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Il Ministro Gelmini, YouTube e l’informazione-spettacolo

Signor Ministro Gelmini, se volessi esordire con una battuta, parafrasando uno slogan, potrei dire "sotto YouTube niente". In realtà c'è ben poco da ridere. E’ per questo motivo che, in estrema sintesi, voglio iniziare così: 
1) c'era una volta la Scuola Elementare Pubblica Statale, cadente, emaciata, con operatori che si facevano in quattro per farla funzionare al meglio, chiedendo gli avanzi di tutto alle famiglie per fare attività didattica. Insomma: una scuola accattona ma che, a dispetto delle poche risorse a disposizione, riusciva comunque ad occupare buoni posti nelle classifiche delle indagini internazionali. Un Servizio di Istruzione ed Educazione che non lasciava fuori nessuno, ne' portatori di handicap, ne' nuovi cittadini (gli extracomunitari), ne’ svantaggiati; 
2) un bel giorno... anzi, no, un brutto giorno arrivò un Ministro all'Istruzione, con alle spalle un Ministro dell'Economia, che a sua volta aveva alle spalle un Primo Ministro, forse tutti troppo ancorati ai propri trascorsi scolastici. E tutti e tre pensarono che tre insegnanti per singola classe fossero troppi. Peccato che i tre insegnanti non fossero su una singola classe ma su due classi. Bocciati in matematica? In malafede? Faccia un po’ Lei. Sta di fatto che con i provvedimenti legislativi adottati vorrebbero tutti e tre (i ministri) approdare all’ insegnante unico per classe impegnato 24 ore settimanali..., anzi, no, all’insegnante unico affiancato da altri insegnanti (ma allora, è unico o no? Mistero!). Infine le informazioni sul tempo pieno: c’è ancora, no non c’è più; ci sarà ma solo a richiesta delle famiglie. Sarà aumentato del 50%. Una bella sarabanda sfuggita alle leggi della logica, della matematica, del buon senso, perché poi nella Legge approvata dal Parlamento la definizione “tempo pieno” non è mai stata nominata. Intanto gli studenti, le famiglie, gli insegnanti, i consigli comunali e regionali si sono opposti a questi colpi di mano dissennati. In questo caso Lei ha affermato “Solo poche frange isolate e scomposte”. Fino ad arrivare ai 300.000 dei Cobas a Roma il 17 novembre e al milione in piazza del 30 novembre, alle decine di iniziative disseminate in tutto il territorio italiano, impossibile da riportare tutte insieme che Le rivolgevano richieste ben precise; 
3) siamo alle battute attuali. Il Presidente Berlusconi si è ormai lanciato in definizioni parossistiche e surreali (il “maestro multiplo”: pensava forse alla dea Kalì, con sei braccia?). Alla fine ha anche affermato che “ci sarà il doposcuola per tutti”…. Capisce, Ministro? Doposcuola. Se la lingua italiana non mi tradisce la definizione del Presidente Berlusconi confermerebbe che nel futuro progetto educativo esisterà la scuola e alla sua conclusione il doposcuola. Che è tutt’altra cosa rispetto al tempo pieno.
Il Presidente Berlusconi ha parlato in quel modo per ignoranza della materia scolastica? Ammettiamolo pure. Ma ad un attento esame questa ignoranza sembrerebbe condivisa dal Ministro dell’Economia e, mi perdoni la franchezza, anche da parte Sua, Ministro Gelmini, il Ministro della Pubblica Istruzione. Perché altrimenti da autorevoli esponenti della sua maggioranza non sarebbe stata formulata anche l’altra bestialità, da Lei non smentita, che l’insegnante unico aiuterà “i bambini che vivono all’interno di famiglie separate”. Infine l’ingiuria delle ingiurie: “gli insegnanti precari non avranno più lavoro? Mi dispiace per loro, ma il loro destino non dipende da me”, ingiuria raddoppiata quando anche Lei, signor Ministro, in coro con i Suoi colleghi di Governo, è andata a rispolverare la sempre comoda definizione “dell’agire del buon padre di famiglia”. Signor Ministro, io ancora una volta Lo chiedo a Lei, ed attendo una Sua risposta: avrebbe considerato buono Suo padre se, in presenza dei propri congiunti che affondano, avesse allargato le braccia affermando “il loro destino non dipende da me”? Ecco: queste sono le questioni che vorrei sottoporle ancora una volta. Sarei grato se potesse fornire una risposta a me ed a quanti in questo periodo pendono dalle Sue labbra. Una sola richiesta: per cortesia, per il rispetto che meritano gli studenti, i genitori, gli insegnanti, il personale ausiliario (bidelli ed operatori di segreteria) che giorno dopo giorno garantiscono il funzionamento della Scuola Pubblica, Statale, Laica, sempre che non le costi troppa fatica; non ci fornisca risposte stereotipate. Perché, vede, risposte a cliché alla fine provocano, come stanno provocando, l’irritazione di quanti si sentono un po’ presi in giro. A questo punto non so se il mio commento sarebbe pubblicato sulla rubrica che Lei ha inaugurato su YouTube. Ad ogni buon conto, ed in via cautelativa, lo spedirò a Lei di persona e come lettera aperta alle maggiori riviste e forze politiche e sindacali che si occupano di problemi della scuola. Lei forse mi chiederà: “Ma come, signor dessanti, vuole forse farmi capire che non si fida della mia onestà intellettuale?”. Ecco, signor Ministro. Ha inteso bene. E’ proprio così. Non mi fido affatto! Almeno fino a quando non vedrò segni concreti di attenzione alle questioni che Le ho sottoposto. Attenzioni concrete, intendo, provvedimenti legislativi in controtendenza a quelli assunti dal Governo di cui Lei fa parte, non gli interventi virtuali e propagandistici da Lei assunti in queste ore attraverso YouTube. In attesa di un Suo cortese riscontro.