Tutta colpa di Maria Antonietta

Home
I grembiulini della Gelmini
Le compresenze in classe
Il buon padre di famiglia
Giovanna oggi fa l'insegnante
Tutta colpa di Maria Antonietta
Il canale Youtube del ministro
Perchè vi abbiamo votati?
I Neutroni
Grido di dolore
Basta chiamarli tagli

 

 

Lettera aperta al ministro Gelmini. 
Signor Ministro Gelmini, dal 2009, in presenza del maestro unico e con l’orario scolastico ridotto ed immiserito, per l’utenza della Scuola pare abbia già pronta la soluzione: qualche ora in più di straordinario per i reduci dell’insegnamento, ci si augura non in forma coattiva, e se poi i genitori non saranno soddisfatti è probabile che li inviti a ricorrere, confondendo forse la Scuola con una sorta di “babysiteraggio un po’ istruttivo”, a servizi aggiuntivi a pagamento. 
Insomma… i genitori non sono soddisfatti dell’orario scolastico? Ed allora ne comprino ancora un po’ di tasca loro. 
La similitudine con i contadini francesi del 1789 ai tempi di Maria Antonietta ci sta tutta quando, a proposito del pane che scarseggiava, e con i contadini che “rumoreggiavano”, preparò un candido comunicato stampa che conteneva l’infelice frase “…che mangino le brioche”. 
Se poi in conseguenza della Sua scelta di razionalizzazione delle risorse (che, mi permetta sommessamente di dirglielo, di razionale contiene assai poco), 200.000 persone o anche più che stanno garantendo il funzionamento del servizio scolastico perderanno la casa perché non potranno pagare i mutui contratti, e non potranno garantire la sussistenza delle loro famiglie, non dipenderà da Lei. Lo ha affermato con forza, come una scelta “rivoluzionaria”. 
Oggi tutti sappiamo la fine che fece Maria Antonietta di Francia, passata per la ghigliottina: perse la testa, e non solo in senso metaforico. Per cui mnistro Gelmini… quando va a firmare qualcosa, soprattutto se scritto da altri, un consiglio gratuito: prudenza! Perché se è vero (ed è una fortuna per tutti) che i tempi della ghigliottina sono molto lontani, politicamente parlando la testa si può ancora perdere in tanti modi. Qualche volta insieme alla testa capita si perda anche la credibilità personale. 
Sempre in termini di “storia”, anche se in senso lato, vorrei ricordarle quanto affermava con forza uno “storico” un po’ particolare all’interno di uno sceneggiato televisivo. Lo sceneggiato in questione era “Il giornalino di Gian Burrasca”, ambientato guarda caso all’interno di contesti educativi. Lo “storico” era Luigi Bertelli, noto Vamba, La “storica/interprete/attrice” era Rita Pavone, che affermava, con forza, “… la storia ci ha insegnato che un popolo affamato fa la rivoluzion…” Ministro Gelmini: lo dico per informarla. 
Noi insegnanti siamo per indole e per scelta educativa orientati alla pace. Tuttavia, quando ci vengono scaricati addosso provvedimenti che possano cancellare la nostra dignità, ed in misura maggiore l’esistenza nostra e delle nostre famiglie, siamo anche molto ben attrezzati a difenderle, attraverso tutti i modi consoni ad un paese civile, con la “lotta”. E Le garantisco che anche il nostro sceneggiato, al pari del “Giornalino di Gian Burrasca”, avrebbe “picchi di ascolto” di tutto rispetto. Ma di questo ho ragione di credere che anche Lei, man mano che prende contatto con il Paese reale, stia iniziando a prenderne coscienza. 
In attesa di un Suo cortese riscontro.