Soddisfatti o rimborsati

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Il soddisfatti o rimborsati degli Albi territoriali

Gentile Senatrice, Gentile Senatore, se volessi iniziare in modo irriverente questa lettera dovrei rappresentare la riforma della scuola come da titolo: soddisfatti o rimborsati.

Perché pare proprio, a leggere il disegno di legge, che il fulcro della nuova scuola sul quale non si vuole trattare sia il dirigente libero di scegliere l'insegnante utile alla propria squadra, salvo poi, se insoddisfatto del... prodotto, rottamarlo presso gli albi territoriali. E selezionarne uno nuovo di zecca, con uguale garanzia triennale.

Ma mi chiedo: siamo veramente sicuri che questo modo di procedere alla fine sia per davvero il migliore per garantire una scuola autonoma ed efficace? Ho provato a dare una risposta a questa domanda dialogando con i punti più contestati del provvedimento. E' stato un confronto interessante e produttivo. Sperando di farVi cosa utile, e prima del voto al Senato, vorrei renderVi partecipi dei risultati di questo esercizio.

Sulla scelta degli insegnanti da parte del dirigente ho già introdotto qualcosa, ma ritornerò in chiusura di questa lettera. Passo allora ad esaminare gli altri aspetti controversi con i quali mi sono imbattuto.

La valutazione degli insegnanti dopo tre anni – permettetemi, da insegnante, di fare qualche precisazione. Temo che nella stesura del DDL si faccia confusione tra la valutazione e il giudizio, perché la valutazione è il frutto di osservazioni sistematiche e documentate che generano una misurazione oggettiva e stringente, mentre il giudizio può essere basato anche solo su impressioni soggettive non documentate (mi piace/ non mi piace). Peraltro il genitore e lo studente che andrebbero a comporre il Comitato di valutazione si dovranno esprimere, anche se hanno una conoscenza dei soli insegnanti della loro classe, su altri insegnanti dei quali al più potranno avere cognizioni indirette, generiche, probabilmente viziate da pregiudizio. Può essere sensato questo modo di procedere?

Viceversa, non sarebbe preferibile attivare una raccolta di informazioni dettagliate sulle difficoltà che incontrano insegnanti e studenti che “vivono” quotidianamente quella scuola?

Ma è possibile valutare per intero la singola scuola? - Non solo è possibile, ma già avviene in tante realtà italiane dove ho lavorato negli anni passati, ad esempio Firenze ed Arzachena, in provincia di Sassari, dove si è agito attraverso la somministrazione di questionari ai genitori, agli alunni, anche di scuola dell'infanzia, e agli insegnanti. Personalmente posso affermare che, attraverso la tabulazione di quei questionari, è stato possibile conoscere con chiarezza i punti di forza del nostro lavoro e le criticità da correggere per erogare un servizio più efficace. Certo, si è trattato di iniziative volontarie, a volte non sorrette al momento dell'analisi dei risultati dei questionari da organismi tecnici quali le Università; tutti limiti ai quali è facile porre rimedio per via legislativa, e senza stravolgere l'impianto complessivo che regola il funzionamento della scuola pubblica.

Una scuola con un dirigente libero dai vincoli burocratici è più autonoma ed efficace – bisogna intendersi sul significato di autonoma ed efficace, perché mi chiedo: è più libero un dirigente che debba destreggiarsi nei tribunali tra istanze avviate da insegnanti non chiamati dagli albi che si sentono danneggiati da scelte reputate discrezionali, oppure un altro che nel rispetto delle funzioni specifiche lavora in sintonia con i docenti arrivati nella propria scuola attraverso meccanismi disciplinati da punteggi e regole certe? E' più autonomo un dirigente protetto nella propria azione dai vincoli della legge, e che utilizza tutte le proprie energie per fare funzionare al meglio la scuola che gli è affidata, oppure un altro che in virtù di una presunta libertà deve difendersi, nella scelta degli insegnanti dagli albi, dalle pressioni che potrebbero mettere a repentaglio la propria sicurezza, anche personale, da parte della criminalità organizzata?

Un insegnante chiamato dagli albi è maggiormente valorizzato e motivato – ne siamo veramente sicuri? Pensiamo per davvero che se dal riconoscimento di un errore può derivare la restituzione agli albi dai quali attendere una nuova chiamata, un insegnante sia disposto a riconoscere di avere sbagliato e si senta valorizzato nella propria professionalità? O forse sarebbe preferibile un meccanismo diverso, per esempio quello che trasforma l'errore individuale in risorsa preziosa per se stessi, per la scuola, ma soprattutto per gli alunni che gli vengono affidati?

Una conclusione provvisoria – devo confessarlo, il dialogo tra me ed il DDL, l'esercizio che ho fatto per capirne la natura, ha avuto una sua utilità. Perché forse a tratti, nella mia opposizione, non coglievo fino in fondo cosa mi portava ad essergli diffidente. Ora lo so.

So che è in gioco la visione di un lavoro che vede noi insegnanti, gli studenti, il personale ATA, i genitori, gli stessi dirigenti, che appartengono alla medesima comunità, ed impegnati all'interno di una visione di vicendevole aiuto nell'affrontare e risolvere problemi, contrapposta ad un'altra che ci vede come pezzi da disporre su una scacchiera per il diletto del giocatore di turno;

Colgo che quanti hanno congegnato questo disegno di legge, magari senza averne per davvero l'intenzione, quando hanno pensato al Dirigente scolastico che sceglie noi insegnanti attraverso la formula “soddisfatti o rimborsati”, quasi come accade quando si acquista su internet un tostapane, forse non hanno meditato bene sulle soluzioni progettate, oppure sono stati mal consigliati, o forse ancora non hanno ascoltato per davvero le motivazioni di noi operatori della scuola che in tutti i modi abbiamo cercato di far cogliere le incongruenze che si stavano legiferando.

So infine, ma non per ultimo, che ora spetta a Lei, gentile Senatrice, gentile Senatore, ed alla Sua saggezza, riconsiderare i punti critici che anche in questo dialogo tra me ed il DDL ho voluto rappresentarLe per apportarvi i correttivi necessari.

Resto fiducioso in attesa delle decisioni che prenderà nei prossimi giorni.

Cordialmente.