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    |   |  Dopo il voto sul
  Referendum Costituzionale:"Al
  miglior offerente"Lettera aperta ai
  parlamentari della Camera e del Senato Signor
  Presidente del Consiglio, signori Deputati, signori Senatori,gli
  esiti del Referendum costituzionale, sfavorevoli alle modifiche della nostra
  Costituzione, sono anche il risultato di una politica poco attenta ai problemi
  veri del nostro Paese attuata negli ultimi tempi. Dall’esito del Referendum,
  qualunque fosse, l’attesa era che le forze politiche impegnate nel confronto
  riprendessero il giorno dopo, dal 5 dicembre, a tessere il filo del dialogo e
  a ricercare una soluzione alle difficoltà di persone, lavoratori ed imprese.
  Lo auspicavano gli addetti ai lavori più attenti, lo auspicava lo stesso
  Presidente della Repubblica ancora pochi giorni prima della data referendaria.
  Lo auspicavamo infine, ma non per ultimi, noi semplici cittadini.Alla
  luce dei fatti queste aspettative sembrano disattese. Perché in tutti i
  partiti, sia in quelli che dicono di avere vinto il confronto referendario,
  sia in quelli che ammettono di averlo perso, dopo il 4 dicembre è ripartita
  con slancio la rincorsa verso una nuova campagna elettorale. Nel mezzo di
  questo fermento, ancora una volta noi genitori con figli senza lavoro, nonni
  che continuano in molti casi ad essere l’unico pilastro che garantisce a due
  generazioni, di figli e nipoti, il necessario per vivere. Lavoratori
  utilizzati attraverso lo strumento dei voucher, ma senza le tutele, cancellate
  con la recente riforma del lavoro e spinti verso nuove forme di precarietà.
  Infine, ma non per ultimi, noi insegnanti catapultati in molti casi,
  attraverso la cosiddetta “buona scuola”, a centinaia di chilometri dalle
  nostre famiglie in ossequio al miraggio del posto fisso, ottenuto attraverso
  la formula del “prendere o lasciare” e con la prospettiva o meglio l’incubo
  di doversi accontentare di vedere i propri figli/congiunti, per chissà quanti
  anni, solo in occasione dei lunghi ponti festivi.Davanti
  a tutto la Sua reazione, signor Presidente del consiglio, che anziché dire,
  dopo avere colto che la riforma referendaria non è piaciuta alla maggior
  parte del paese, “Ho ricevuto il messaggio, riprendiamo il dialogo da dove
  non ci siamo capiti”, dà l’impressione di ritirarsi, sdegnato, facendo
  cadere il lavoro già svolto in relazione ai correttivi sui quali le parti
  sociali stavano raggiungendo un accordo; la sua arroganza, onorevole Puppato,
  che apostrofa come “decerebrati” quanti non hanno soddisfatto le sue
  aspettative il 4 dicembre; il vostro opportunismo, onorevoli/cittadini del
  Movimento Cinque Stelle, che dopo avere criticato la legge elettorale chiamata
  Italicum perché non permette a noi cittadini veri, non delegati, di scegliere
  da chi farci rappresentare, una volta fiutati i suoi eventuali vantaggi,
  affermate di volere andare alle prossime elezioni “il più presto possibile”,
  utilizzandole come randello verso gli altri partiti; voi tutti parlamentari di
  differenti orientamenti che sembrate già impegnati, a vostra volta, nello
  scaldare i motori per la prossima competizione elettorale.In
  mezzo ai vostri calcoli politici noi elettori che, come tradizione, veniamo
  considerati ancora una volta un bacino di voti da saccheggiare per l’affermazione
  della gloria di un piccolo gruppo, poco importa se “cittadini o onorevoli”.Allora,
  visto che un po’ tutti in questo frangente agite nella direzione del dare
  per avere e visto che chi vorrà andare a rappresentarci nel futuro parlamento
  sta già promettendo mari e monti, vorrei provare a mia volta a fare una
  proposta che capovolge l’ordine delle cose. Si tratta di una richiesta che
  qualcuno potrebbe trovare non accettabile, forse anche indecente.Signori
  onorevoli, signori cittadini, volete per davvero, parlo della mia persona, ma
  credo di parlare a nome di tanti lavoratori della scuola e di altri comparti,
  volete per davvero la nostra fiducia per essere delegati attraverso il voto a
  rappresentarci nel prossimo Parlamento? Provate allora, in questo scorcio di
  tempo che porterà a nuove elezioni, a farci vedere concretamente, da subito,
  quanto siete capaci di fare, anche attraverso accordi con altre forze
  politiche, per andare a mettere riparo al disastro prodotto, in questi ultimi
  tre anni, da scelte scellerate nel campo dell'istruzione e non solo.Voglio
  essere più preciso: proviamo per una volta ad invertire la sequenza
  ordinaria.Attuate
  per prima cosa, e non in prossimità delle prossime elezioni, cambiamenti
  significativi alla legge sulla scuola ed in quel caso, solo in quel caso, noi
  insegnanti potremo considerare di accordarvi la fiducia che state per
  chiederci.Mi
  rendo conto che quanto ho illustrato tende verso una china poco piacevole. Ma,
  ve l’assicuro, quanto vi sto proponendo non è tanto il malaffare del voto
  di scambio offerto in segreto nelle segrete stanze perché nessuno possa
  sentire, in difesa di presunti privilegi non dovuti. Niente affatto! Si tratta
  piuttosto della concessione della mia fiducia, della fiducia di noi
  insegnanti, in cambio di una prova concreta che quella fiducia sarà ben
  riposta. E’ un’offerta di disponibilità alla luce del sole in cambio
  della ricostituzione di uno Stato di diritto che negli ultimi tre anni è
  stato abbondantemente calpestato e vilipeso e ha reso meno funzionale, meno
  giusta, meno efficace, soprattutto per i nostri alunni, l’azione di noi
  insegnanti.Resto
  in attesa di una vostra fattiva risposta.Cordialmente.Gianni
  Dessanti(insegnante)   |  |