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Meglio gli album degli
insegnanti o gli album delle scuole?
Al Presidente del
Consiglio Matteo Renzi.
Nel Disegno di legge
sulla riforma della scuola all'esame in Parlamento, nella parte che riguarda
il reclutamento, viene previsto che le nuove immissioni in ruolo e la mobilità
territoriale degli insegnanti già in ruolo avverranno sulla base della
predisposizione di albi territoriali dai quali i dirigenti attingeranno per
attuare il progetto degli Istituti da loro diretti.
Ma mi chiedo: e se
anziché fare degli album dai quali fare attingere i docenti da parte dei
dirigenti si andasse a predisporre un album delle scuole per rendere esplicito
il progetto che caratterizza le singole istituzioni scolastiche, e si
permettesse a noi insegnanti di fare la scelta della destinazione di servizio,
non sarebbe un pò meglio anche in riferimento a quanto contenuto nel Disegno
di legge sulla Buona scuola? A fronte di questa domanda sento già il commento
infastidito di qualcuno: "Ma come, signor Dessanti, a lei non sta mai
bene nulla?" Non è esatto. Anzi, ad onor del vero all'interno
dell’idea sulla "Buona Scuola" sono molti gli aspetti
condivisibili. Perché investire le Istituzioni scolastiche della
responsabilità delle scelte è proprio quello che viene richiesto dalla legge
sull'autonomia.
Perché una scuola
che progetta e si propone al territorio, alle istituzioni esterne a lei
contigue, agli studenti ed alle famiglie con un profilo forte, diventa
efficace ed appetibile proprio in conseguenza di una funzione non meramente
esecutiva. Chi sarebbe contrario ad una scuola con queste caratteristiche?
Credo nessuno. Nemmeno quanti contestano il Disegno di legge all'esame del
parlamento. Eppure… eppure pur riconoscendo che la direzione intrapresa è
quella giusta, nell’articolo 7, quando si afferma che i dirigenti,
"sentito il collegio dei docenti" (e sentito vuol dire che il
collegio non decide proprio nulla) "sceglieranno gli insegnanti dagli
albi territoriali", viene attuata una stortura che potrebbe creare danno
proprio al progetto pensato per garantire alle scuole un’autonomia forte e
competitiva per il fatto che a noi insegnanti, che siamo il vero motore della
didattica, viene assegnato un ruolo prettamente funzionale ed esecutivo.
Con queste premesse
ho per davvero motivo di credere, signor Presidente, che l’articolo 7 della
Buona Scuola sbaglia il… verso. Come direbbe un amico musicista, l'articolo
in questione è un po’ stonato rispetto alle premesse della valorizzazione
docente, perchè non dovrebbe essere il dirigente che sceglie l'insegnante,
come capita quando si cerca un articolo sul catalogo Postal Market, ma il
docente che sceglie la propria destinazione sulla base di... e su questo i
motivi possono essere molti e diversificati. Il fatto è che oggi noi
insegnanti scegliamo le sedi scolastiche innanzitutto sulla spinta di necessità
personali. Pigrizia da parte nostra che non ci interessiamo al profilo
didattico ed educativo delle scuole individuate o piuttosto opacità delle
stesse scuole ad essere percepite dall'esterno nei loro pilastri fondamentali
(pedagogici, educativi, organizzativi, culturali?).
Forse un pò di
tutto, mi verrebbe da dire. Ma allora, se non è percepito da noi docenti il
senso profondo delle sedi che vorremmo scegliere per i nostri trasferimenti,
non sarebbe meglio allestire un albo delle scuole anziché un albo di noi
docenti? Non sarebbe il caso che quell'albo contenga le informazioni
sintetiche fornite dal lavoro sinergico di tutte le professionalità delle
singole istituzioni scolastiche e che comunichi a chi interessato come vengono
vissute ed affrontate le sfide educative e didattiche dalle scuole dove si
vorrebbe andare ad approdare anziché affidare questo compito ad un uomo solo,
il dirigente, che alla fine dei conti potrebbe essere una figura transitoria
che occupa un incarico, quello si, la cui durata potrebbe essere di un solo
triennio salvo poi spostarsi in un'altra istituzione scolastica? Signor
Presidente, non pensa che noi insegnanti in procinto di richiedere la mobilità
scolastica, il trasferimento, in presenza di albi di scuole chiari e sintetici
(che naturalmente sono altro rispetto alla prolissità dei Piani
dell’Offerta Formativa), potremmo per davvero diventare risorsa per il
progetto educativo e didattico delle realtà dove vorremmo trasferirci o
viceversa, una volta capito che quella scuola non fa per noi, cercarne una più
vicina alle nostre sensibilità? Perchè, vede, temo che nella Sua
comprensibile foga del cambiamento Le sfuggano alcuni dettagli non proprio
marginali. Mi riferisco non solo ai dirigenti che nelle scuole cambiano più
velocemente di quanto non accada a noi insegnanti, ma anche al profilo della
singola istituzione scolastica, che può essere definito meglio quando anche
noi insegnanti siamo coinvolti nella eventuale predisposizione di un
"Album delle scuole" per il fatto che interagiamo in quei dettagli
di vita quotidiana che a volte a chi dirige la scuola arrivano più come eco
che come conoscenza diretta.
Mi chiede quali?
Provo a rappresentarglieli: mi riferisco ai genitori, quando li incontriamo
per parlare dei loro figli per capire come aiutarli nel loro processo di
formazione scolastica in corso d'anno, o quando vogliono un confronto per le
scelte scolastiche future; mi riferisco ai singoli bambini e ragazzi che ci
investono con le loro difficoltà nella nostra azione quotidiana, e che
chiedono di essere aiutati per affrontarle e risolverle. Mi riferisco alle mie
colleghe ed ai miei colleghi che mi cercano, e che io cerco, per affrontare e
risolvere insieme problemi complessi quando non siamo messi l'uno contro
l’altro con espedienti fantasiosi quanto dannosi.
Torno ora alla
proposta iniziale, che spero non appaia più così bizzarra come forse poteva
apparire in apertura, e rilancio. Signor Presidente del Consiglio, signora
Ministro all'Istruzione, perché sulla base del ragionamento sviluppato in
questa lettera non provate ad immaginare un percorso di reclutamento diverso
da quello prospettato nel vostro Disegno di legge? Perchè non provate a
progettare dei meccanismi di incrocio di domanda ed offerta che facciano
incontrare per davvero le professionalità individuali con i progetti
educativi e didattici delle singole istituzioni scolastiche? Perchè non
provate a sostituire gli album territoriali degli insegnanti previsti nel
Disegno di legge all'esame del Parlamento con gli album delle istituzioni
scolastiche per permettere a noi insegnanti, quando vogliamo trasferirci, di
scegliere in modo mirato e sulla base di regole oggettive (per esempio le
graduatorie determinate dai punteggi) la nostra destinazione di servizio?
Resto in attesa di una Vostra risposta, e Vi seguo con attenzione attraverso i
lavori parlamentari. Cordialmente.
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