Il dirigente Amilcare

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Il Dirigente scolastico, leader educativo per decreto, a scadenza come lo yogurt.

 

Signori Senatori, Signori Deputati, Signor Presidente del Consiglio, Signora Ministro all’Istruzione

se qualcuno mi avesse detto che nelle vicende aggrovigliate della riforma della scuola sarebbero stati trascinati anche i Dirigenti scolastici avrei detto che era impossibile. Eppure è accaduto; perché a volte è proprio vero che la realtà è molto più imprevedibile della fantasia. Ma detta così, seguendo il canale lineare della logica, mi rendo conto che non riuscirei a rappresentarla per bene. Proverò allora a raccontarla per quadri, o per atti, come capita nelle commedie teatrali.

E voglio iniziare così:

Prologo

“C'era una volta la Scuola pubblica statale, frequentata da alunni di tutte le fasce sociali, non rifiutava nessuno, e rispettava le idee di tutti. Pensate un po', cosa inconcepibile oggi, si trattava di una scuola obbligata dalla Costituzione di quello Stato a garantire anche la libertà di insegnamento. Ma venne un giorno che tutto questo non andò bene a qualcuno che aveva preso le redini del Governo, che fece di tutto per cambiare questo stato di cose. Fu lì che la questione iniziò ad ingarbugliarsi. In principio si disse che la scuola era affollata da insegnanti incompetenti, subito dopo si cambiarono le leggi per la loro entrata in servizio attraverso regole certe per sostituirla con una chiamata…. anzi no, una individuazione…. anzi, con una proposta da parte dei dirigenti. Ma le proteste di docenti, studenti, genitori e molti dirigenti scolastici furono così forti da costringere le migliori menti di quello Stato a mettersi all'opera per cercare di placare tutto quel clamore, fino a quando qualcuno non ebbe la bella pensata: 'Perché non stabiliamo che i dirigenti rimangano nelle scuole per 3 anni, eventualmente rinnovabili per altri 3, e poi facciamo cambiare anche a loro obbligatoriamente la sede scolastica?”

ATTO PRIMO

Il dirigente Amilcare al centro, gli insegnanti meritevoli da una parte, gli insegnanti immeritevoli dall’altra, pronti a prendere la via degli Albi territoriali. Sullo sfondo una lavagna luminosa. Il dirigente Amilcare è anche più luminoso della lavagna alle sue spalle. E’ proprio soddisfatto. In poco tempo è riuscito a rendere la scuola a sua immagine e somiglianza. Tutto sembra andare per il meglio. Ma sul più bello arriva il postino che gli consegna una raccomandata con su scritto “Personale”. Amilcare la apre fiducioso. E di colpo perde la sua luminescenza. Per solidarietà si spegne da sola anche la lavagna tecnologica. Così come si spegne il sorriso degli insegnanti meritevoli quando capiscono che qualcosa non va. Il loro dirigente li guarda comprensivo. Comunica di essere stato informato che alla fine dell’anno dovrà cambiare scuola. Ma li rassicura: “Voi verrete con me”. Raccoglie le sue cose, guarda con tristezza la lavagna, affitta un torpedone blu, fa salire gli insegnanti meritevoli. L’ultimo a prendere posto sul torpedone è Lui. Gli torna subito il buonumore pensando che nella nuova scuola potrà introdurre grandi innovazioni. Ma all’arrivo della nuova destinazione perde il buonumore. Perché trova ad attenderlo gli insegnanti che aveva mandato agli Albi territoriali dalla scuola di precedente titolarità.

ATTO SECONDO

Il Dirigente Amilcare al centro, tutti gli insegnanti della nuova scuola, con aggiunti i meritevoli che lo hanno accompagnato dalla precedente scuola, alla sua destra; gli insegnanti immeritevoli che ha incontrato per la seconda volta suo malgrado li fa immediatamente salire sul torpedone blu per rimandarli agli Albi territoriali. I genitori protestano per le sue scelte, ma la risposta lascia tutti sbigottiti: ‘Se proprio siete d’accordo con quegli insegnanti potete sempre raggiungerli nella loro nuova scuola’. Viene preso in parola, ed un numero imprecisato di alunni e genitori si sposta immediatamente. Amilcare riprende un lavoro intenso, che ha come esito, ancora una volta, di fare accettare la sua visione dell’educazione e della didattica ad insegnanti e famiglie. Anzi… gli insegnanti più riottosi della seconda scuola li manda ad ingrossare le file dei loro colleghi già inviati agli Albi territoriali. Sbrigata questa formalità, la lavagna luminosa alle sue spalle ha ripreso a risplendere come non mai, anche gli insegnanti meritevoli hanno ripreso a guardarlo sorridenti con ammirazione. Tutto bene fino a quando, ancora una volta, arriva il postino guastafeste con la solita busta, e gli consegna la raccomandata con su scritto “Personale”. Amilcare ha paura anche solo ad osservarla, e quando la apre tutti i suoi timori vengono confermati: ancora una volta la lavagna luminosa si spegne da sola per solidarietà, il sorriso sparisce immediatamente dalle labbra dei meritevoli, ma Lui li guarda comprensivo e li rassicura premuroso: “Anche questa volta verrete con me”. Prenota a noleggio un nuovo torpedone, questa volta di colore rosso. E via tutti insieme verso una nuova avventura. Ma all’arrivo nella terza scuola, ancora una brutta sorpresa: tutti gli insegnanti immeritevoli della prima e della seconda scuola, in compagnia dei genitori che hanno portato via i loro figli, lo aspettano e lo guardano minacciosi…..

ATTO TERZO

Il dirigente Amilcare: “Aiuto, soccorso, tradimento….”;

Moglie di Amilcare: “Caro, che c’è, marito mio, svegliati, ti prego!”

Il Dirigente Amilcare: “... gli insegnanti immeritevoli, i genitori, aiuto soccorso!”

Moglie di Amilcare: “Marito caro, stai tranquillo, hai fatto solo un brutto sogno”

Il dirigente Amilcare, stropicciandosi gli occhi: “Eppure era come se tutto fosse vero, pensa che ho anche affittato per due volte un torpedone, prima Blu, poi Rosso”

Moglie di Amilcare: “Ma no, che dici, non è reale. Almeno per ora. E’ che ieri notte hai seguito in televisione, con troppa preoccupazione, quello che stanno decidendo i nostri politici a Roma, in Parlamento. Ma ancora non è stato deciso nulla di definitivo. Abbiamo ancora qualche speranza.”

Una conclusione provvisoria

Signori Deputati, Signori Senatori, Signor Presidente del Consiglio, Signora Ministro all’Istruzione, naturalmente nella nostra Scuola non esiste, almeno per ora, nessun Dirigente Amilcare, e nemmeno insegnanti meritevoli che il dirigente Amilcare porta a spasso da una istituzione scolastica all’altra, o che invita e rispedisce agli Albi territoriali perché sgraditi. Eppure il rischio che si corre con i provvedimenti sulla scuola che volete portare a compimento è proprio quello di predisporre una situazione di confusione e conflitto permanente. Così come vorrei essere creduto quando affermo, e so di parlare a nome della maggior parte delle colleghe e dei colleghi che condividono con me l’emozionante esperienza dell’insegnamento, che il problema vero della scuola non è tanto la valutazione del nostro lavoro, in tanti istituti viene ormai praticata come prassi ricorrente, ma il perché quella valutazione venga attuata. Poiché un conto è cercare nel nostro sistema educativo gli aspetti che non vanno, per aiutare tutti ad agire sempre meglio nell’interesse comune (insegnanti e studenti), ben altra cosa è andare alla caccia di chi sbaglia per espellerlo senza mezzi termini.

Perché di questo si va parlando, questa è la posta in gioco.

Detto in altri termini va deciso se la scuola vada considerata al pari di una comunità, come la famiglia, che aiuta i propri componenti in difficoltà ad inserirsi sempre meglio al proprio interno per diventare una risorsa preziosa per se stessi e per gli altri oppure, al contrario, al pari di una fabbrica che allontana le macchine difettose per sostituirle con altre che si reputano migliori.

Io personalmente sono per la comunità, che mi fa piacere chiamare educativa.

Resto fiducioso in attesa dei provvedimenti sulla Scuola che state per votare al Senato.