Seppur sfiancati

 

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Signor Presidente
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.....perchè non si può arrivare in vista del traguardo di un regolare percorso, di vita e lavorativo, per poi sentirsi dire “Quel traguardo non c’è più, dovete rifare la gara dall’inizio, seppur sfiancati” Per decreto!!!.

 

Lettera aperta al Signor Ministro Fioroni.

 

Signor Ministro,

Le scrivo con l’intento di farLe cogliere lo stato d’animo, meglio sarebbe dire lo scoramento, che sta attraversando me e tanti colleghi e colleghe (non meno di 200.000, ma si parla anche di 300.000), all’annuncio che dal 1° gennaio 2010 le graduatorie permanenti varranno solo per supplenze brevi e saltuarie. Le confesso che vedendo l’annuncio non volevo crederlo. Mi sembrava impossibile che nei confronti di noi insegnanti precari Qualcuno potesse compiere un’azione tanto ingiusta. Tanto meno Qualcuno che avevo contribuito ad eleggere.

 

Ora io capisco le Sue nobili intenzioni: Lei vorrebbe eliminare il fenomeno del precariato perché non è dignitoso, per un paese che voglia definirsi civile, lasciare per tanto tempo madri e padri di famiglia in una condizione di eterna incertezza. Ma Le chiedo: “Ha mai provato a mettersi nei panni di una persona che ha fatto la scelta di seguire un percorso lavorativo “regolare”, ancorché precario, per esercitare una professione in cui crede, e la cui funzione è enfatizzata dalla nostra Costituzione? Ha mai provato ad immaginare gli sforzi ed i sacrifici di quanti sono ora presenti nelle graduatorie permanenti, e che Lei vorrebbe cancellare con un tratto di penna? Ho il sospetto che Le sfugga. Per Sua fortuna, immagino. Per nostra disgrazia, constato. Perché quelle graduatorie sono composte da persone che, soprattutto i primi anni di carriera (sottolineo CARRIERA), e dopo aver superato un concorso lungo e selettivo (impegnativo per le tasche e la serenità di quanti li hanno sostenuti), si alzavano presto al mattino in attesa di una chiamata per un incarico breve quando non brevissimo.

 

Vede, Signor Ministro, capisco che a Lei sfugga e manchi alla Sua personale esperienza questo passaggio. Pur tuttavia vorrei fare appello alla Sua passata esperienza di Amministratore (so che ha anche ricoperto la carica di Sindaco in una importante città italiana, la città dei Papi). Avrà pur visto in faccia qualcuno che Le chiedeva di essere aiutato e corrisposto in qualche fondamentale diritto. Avrà colto il senso di disagio e profonda frustrazione guardando negli occhi quelle persone, sarà anche stato partecipe della loro sofferenza e del loro senso di impotenza. Ed allora, se ha avuto modo di fare questa esperienza, seppur indiretta, Le chiedo: “Come reagiva il Suo Spirito Cristiano nel guardare negli occhi quelle persone?” Faccia memoria, frughi tra i suoi ricordi. Provi ora ad immaginare la stessa frustrazione e lo stesso senso di impotenza guardando negli occhi  ciascuna di quelle duecento o trecentomila persone, quasi giunte al traguardo di un regolare percorso di lavoro e di vita, che si sentono dire “Quel traguardo non c’è più, dovete rifare la gara dall’inizio, seppur sfiancati” Per decreto!!.

 

Sperando di poter a breve considerare questa lettera il frutto di un equivoco

 

                                   Con osservanza

                                     gianni dessanti