Vita bizzarra

 

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Sempre nell’ambito delle certezze [....] a partire dal 2010-2011, si andrà alla soppressione del sistema precarizzante della nostra scuola, cioè alla chiusura delle graduatorie permanenti….” (Il Ministro Fioroni alla settima commissione della Camera, il 10 ottobre 2006)

Per intanto io, docente inserito in quelle graduatorie…

Al Signor Ministro Fioroni.

Per conoscenza

Al Signor Presidente del Consiglio

Alla Signora Viceministra Bastico,

Ai Signori e Signore Parlamentari dell’Unione

Signor Ministro,

La vita è bizzarra.

L’affermazione è ovvia e scontata…. Però. Senta questa.

Nel 1999, quasi per caso, oltre a prepararmi per il concorso alla scuola elementare, ho presentato la domanda per sostenere il concorso alla scuola dell’infanzia. E’ stata una scelta dell’ultimo minuto, come quelle che si fanno dicendo, quasi con noncuranza, “ma si, proviamo anche questa”. Lo confesso. Mi sono preparato maggiormente per il concorso alla scuola elementare, oggi scuola primaria (che comunque i genitori ed i bambini continuano a chiamare elementare…. quando si dice la forza della tradizione). Ho studiato tanto, ho letto testi di Gardner, di Piaget, di Vigotskj, oltre a tutta la letteratura e la saggistica classica (da Francesco De Bartolomeis, con cui ho collaborato per due anni, a Maragliano e Vertecchi, passando ovviamente per le leggi che disciplinano la scuola ed i programmi della scuola). Ho redatto un elaborato dignitoso, equilibrato nelle parti. Ho argomentato di didattica, di scelte educative, di programmazione attenta alle differenze volte a farle diventare ricchezze. “Non sono passato!”, come si dice in gergo. Qualcuno che doveva essere stanco (ho anche saputo che chi andava a valutare i nostri elaborati lo faceva dopo una giornata di duro lavoro), ha deciso che il mio elaborato non era pertinente alla scuola, alla sua organizzazione, ai suoi valori. O forse al suo livello di attenzione. Lo confesso. Me la sono presa non poco. Perché gli argomenti li conoscevo, ma non conoscevo chi sarebbe andato a leggere le mie argomentazioni. Soprattutto non sapevo quanta stanchezza avrebbe condizionato le persone che sarebbero andate a valutarmi. Per scrupolo sono andato a controllare se l’elaborato della scuola dell’infanzia avesse avuto maggiore fortuna. Lo chiesi al telefono ad un sindacalista che controllò per ben due volte gli elenchi. Non ero presente. Francamente non mi stupiva, per cui mi accingevo a fare altro. In quei giorni stavo anche per allontanarmi da casa ma, per un caso fortuito, rimandai la partenza. E la mattina….. din don? Suona il postino (una sola volta, contrariamente al titolo di un famoso romanzo). Raccomandata da firmare. SORPRESA. “La s.v. è convocata per il giorno tal dei tali per sostenere la prova orale del concorso …..” LO CREDERESTE? La scuola dell’Infanzia. Quella sulla quale avevo studiato meno. Quella sulla quale avevo scritto… si. Ma cosa avevo scritto? Non avevo parlato di Gardner, avevo solo accennato alla programmazione (poco, a dire il vero). Perbacco. Fruga e rifruga tra i ricordi di quell’elaborato trovo una (possibile) spiegazione. Avevo scritto che “quando i bambini arrivano per la prima volta alla scuola dell’infanzia hanno molte paure, e che quelle paure sono anche dei loro genitori. Per cui il nostro lavoro (di insegnanti) doveva essere rivolto a rassicurare entrambi.” Non mi sembrava possibile. Era un elaborato essenziale. Eppure è stato quello che, facendosi largo tra la stanchezza degli esaminatori, a mio avviso aveva fatto maggior breccia.

La prova orale, ovviamente, non è stata affidata al caso. Ho effettivamente studiato la psicologia dell’età evolutiva, i comportamentisti, i cognitivisti, e cosi via. Ed il caso bizzarro, ancora una volta, mi ha dato una grossa mano. Perché avevo studiato tutto per bene. Ma in particolar modo avevo studiato un argomento, puntando su quello che attraversava i processi educativi da Piaget per arrivare fino ai giorni nostri. CENTRO!!!! Hanno iniziato proprio da li. E siccome chi ben incomincia è a metà dell’opera…. Della serie…. Lassù qualcuno mi ama. Buona prova orale che ha compensato una valutazione non proprio esaltante, quella scritta (a ragione).

Da quel punto è iniziata una lunga trafila per utilizzare quello che Lei, Signor Ministro, chiama “L’ascensore”, le graduatorie permanenti. Le ha descritte come una scorciatoia. Mi spiace contraddirla. Quell’ascensore non ha nulla di automatico, è fatto di fermate a sorpresa, di passaggi da un piano a quello successivo attraverso un duro ed esaltante lavoro. Capisce Signor Ministro? DURO ED ESALTANTE LAVORO. Non mi crede? Provi allora ad affiancarmi nella classe quando lavoro con i bambini di 3, 4 e 5 anni. Si sforzi di cogliere l’entusiasmo che riesco a suscitare anche nei bambini più svogliati. Provi, se Le riesce, di cogliere il modo in cui i bambini spaventati sono restituiti alla serenità del sorriso. E questo, La rassicuro, non per un bizzarro caso del destino, non per una patetica presunta forza della giovinezza, come Lei incautamente afferma nella Legge Finanziaria (a proposito, mi tolga una curiosità, cosa ha a che vedere la giovinezza con la legge finanziaria?), ma per una professionalità che si è andata via via formando, rafforzando, qualificando.

Le chiedo scusa per questo sfogo forse troppo appassionato. Ma, Vede, il fatto è che con il provvedimento che Lei sta difendendo con le unghie e con i denti sta togliendo per decreto ad un’intera generazione non un elenco di nomi e numeri, non il giocattolo dell’ascensore, ma la vita. Per affidarla ad un altro gioco ben più pericoloso e bizzarro. La roulette russa dei concorsi!

Scusandomi per l’irruenza (anche se preferirei chiamarla passione) di questa lettera, La invito ancora una volta a riconsiderare il Suo provvedimento.

Distinti saluti

Gianni Dessanti.