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Ancora non riesco nemmeno a rendermene bene conto. Eppure dalla giornata del 23
agosto non dovrò più preoccuparmi delle graduatorie permanenti e dei piccoli e
grandi deliri dei ministri pro-tempore della nostra piccola ed insignificante
repubblica delle banane. E' come se di colpo una cappa che impediva di respirare
a pieni polmoni sia stata spazzata via. Eppure qualcosa rimane sullo sfondo.
Perchè dieci anni di precariato hanno trasformato un aggettivo (precario), in un
sostantivo che ha assoggettato il mio stesso modo di percepire la mia vita e la
mia dignità. E' capitato quando i miei/nostri amministratori affermavano con
disinvoltura che le graduatorie permanenti non possono essere considerate al
pari di un ascensore per prendere una scorciatoia per lavorare; è capitato
quando l'attuale ministro Gelmini è andata ad affermare che mi/ci era vicina con il
cuore, ma il mio/nostro destino non dipendeva da lei, oppure quando con una gran
faccia di bronzo andava ad affermare che la scuola sarebbe iniziata con
regolarità. Già, con regolarità: fatta eccezione per le cattedre e le esistenze
tagliate, i genitori inferociti perchè trovavano una scuola più povera e meno
qualificata, un tempo scuola impallinato dai suoi (ma erano veramente suoi?)
ritocchi per fare funzionare al meglio la scuola. Oppure quando venivo a
conoscenza delle norme che prevedevano di stipare a forza i portatori di
handicap all'interno di classi sovraffollate.
Si cambia, eppure ancora ripercorro con la memoria il mio intervento a "Radioanch'io" per porre al viceministro all'istruzione del governo Prodi,
Mariangela Bastico, una domanda semplice semplice iniziando con "Vorrei
comunicarle una mia preoccupazione per ricevere una sua rassicurazione".
Risposta da parte del viceministro Bastico? NESSUNA. E' scivolata via come
un'anguilla nell'acqua, nonostante sia stata incalzata dal conduttore. Ed anche
in quel caso ho capito che la mia vita, affidata a chi di "vite precarie" ha
sentito parlare solo sui rotocalchi, era ben poco garantita. Naturalmente nulla
al confronto con quanto affermato dalla Gelmini quando sulle graduatorie
permanenti, in un'intervista resa ad un quotidiano, ha affermato che sono
certamente un problema, ma che si può risolvere cancellandole, chiudendo
l'intervista con una locuzione che forse voleva essere spiritosa: "tolto il
dente tolto il dolore". Vigliacca? Oppure in linea con il suo profilo culturale
semplicemente ignorante? Beata ignoranza!
Ed allora mi rendo conto che nel mio caso il si cambia è vero. Ma non per
assopirmi attraverso il valium del posto fisso. Perchè avere raggiunto la
stabilizzazione lavorativa dopo 10 anni di altalena nelle montagne russe del
precariato, in balia dei capricci di chi mi ha governato, mi pone l'obbligo di
difendere con ancora maggiore forza le ragioni portate avanti in questi dieci
anni di vita precaria.
Caro ministro Gelmini, cari governanti. Voglio dirvelo in modo ancora più
chiaro. Ho ricevuto la nomina in ruolo. Si cambia. Ma con i mezzi resi
disponibili dalla nostra Democrazia e dalla nostra ingombrante Costituzione,
sarò sempre per voi una spina nel fianco per difendere i diritti dei bambini che
dalla scuola devono ricevere un servizio e dei colleghi, a partire dai miei
colleghi precari, che per restituire quel servizio sono sfruttati fino al
midollo.
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